COSA SONO GLI AMBIENTI CONFINATI? È POSSIBILE DARNE UNA DEFINIZIONE?
Non esiste una definizione univoca di ambiente confinato in quanto llcuni ambienti, infatti, possono comportarsi da spazi confinati durante lo svolgimento delle attività lavorative cui sono adibiti o durante la loro costruzione, fabbricazione o successiva modifica, ma al di là di possibili definizioni giuridiche o tecniche, si può considerare confinato quell’ ambiente il cui volume complessivo arriva solo a qualche decina di mq e soprattutto non fruisce di un ricambio dell’aria, naturale o forzato, efficace.
Si deve intendere, come ambiente confinato, anche un ambiente a cielo aperto, se privo di ventilazione o di profondità, e tale da far ristagnare sul fondo gas e vapori più pesanti dell’aria.
Alcuni esempi di ambiente confinato possono essere: cisterne, serbatoi di stoccaggio, silos, tini per la fermentazione alcolica, recipienti di reazione, fogne, vasche di fermentazione, di trattamento effluenti, fosse biologiche, canalizzazioni, camere di combustione, forni, caldaie, ecc...
Le caratteristiche comuni quindi agli ambienti elencati sono una carenza di aerazione e la possibile presenza di sostanze tossiche, infiammabili, asfissianti o, comunque, nocive.
QUALI SONO I RISCHI DEGLI AMBIENTI CONFINATI?
All’interno degli ambienti confinati esiste una pluralità di rischi a cui i lavoratori possono essere esposti, quali: esplosione/incendio; intossicazione; asfissia; annegamento; caduta dall’alto; claustrofobia/malore; temperatura dannosa; rischi connessi attività svolta.
Esplosione/Incendio
Il rischio di esplosione nasce quando si è in presenza di una miscela aria-gas-vapori infiammabili; in questi casi basta anche una piccola sorgente di innesco (es. scintilla) per provocare un esplosione.
Intossicazione
In un ambiente confinato può esserci la presenza di sostanze tossiche, come residui di lavorazione o come reazione di un processo spontaneo ditrasformazione di prodotti. Il rischio è dovuto anche a basse concentrazioni in quanto dette sostanze generano un senso di stordimento e l’operatore non si accorge di perdere conoscenza.
Asfissia
L’aria contiene circa il 21% di Ossigeno e l’79% circa di Azoto; se la concentrazione di Ossigeno si abbassa, inizia una difficoltà respiratoria, sino ad arrivare alla irrespirabilità dell’aria, quando la concentrazione di Ossigeno è intorno al 13%. L’aria diventa irrespirabile perchè la pressione parziale dell’Ossigeno rende impossibile lo scambio osmotico attraverso le membrane polmonari, fenomeno che non consente l’ossigenazione dell’emoglobina in ossiemoglobina. La ridotta concentrazione di Ossigeno nell’ambiente può derivare da uno scarso ricambio dell’aria, o anche da reazioni che producono CO2.
Annegamento
Il rischio di annegamento è un rischio causa – effetto dei rischi precedentemente trattati poiché, in caso di asfissia o intossicazione, l’operatore potrebbe accusare un malore che, in caso di pronto intervento, non comporterebbe esiti mortali ma se detto malore provoca la caduta dell’operatore con la faccia nell’acqua o nella melma, la morte sopraggiungerebbe in pochi minuti. Ancora, il rischio di annegamento si può verificare per la presenza di melma o di fanghi, anche in strati di qualche decina di centimetri, tali da compromettere l’equilibrio e la deambulazione dell’operatore.
Caduta dall’alto
Anche il rischio di caduta dall’alto accompagna i lavori in ambienti confinati dato che la caduta dall’alto può essere fonte di infortunio soprattutto nel caso in cui l’ambiente confinato sia più profondo di 150 cm. Tipico il caso di scivolamento, sul fondo viscido della vasca, del piede della scala, utilizzata per accedere all’interno della vasca stessa, o la caduta in seguito ad asfissia o intossicazione.
Claustrofobia/malore
Non tutti gli operatori sono adatti ad operare in un ambiente confinato; in particolare, alcuni soggetti potrebbero non dichiarare di soffrire di leggere forme di claustrofobia che può manifestarsi in locali confinati quali ad esempio canalizzazioni. Dette situazioni potrebbero generare dei rischi imponderabili, e comunque complicazioni, nel caso si debba soccorrere la persona colpita da crisi di panico. Lo stesso può verificarsi in caso di malore improvviso a causa di tutti i rischi precedentemente evidenziati.
Temperatura dannosa
Il rischio è dovuto alla possibile presenza di apparecchiature o concentrazione elevate di temperatura. Rischi connessi attività svolta I rischi e le condizioni sopra elencate possono essere già presenti in uno spazio confinato. Altre invece possono insorgere a seguito dell’attività in corso, come per esempio la saldatura o l’impiego di prodotti chimici.
QUALI SONO LE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE PER LAVORARE IN SICUREZZA NEGLI AMBIENTI CONFINATI?
Vista la pluralità dei rischi connessi, la prima misura da attuare è quella di valutare se è davvero necessario l’ingresso nell’ambiente confinato: molte operazioni infatti possono essere effettuate dall’esterno (es. operazioni di pulizia possono essere eseguite con adeguate attrezzature, oppure operazioni di ispezione possono essere eseguite tramite telecamere controllate a distanza). Nel caso in cui non sia possibile evitare l’ingresso nell’ambiente confinato è necessario preventivare e realizzare specifico progetto operativo volto a garantire la sicurezza sia durante l’entrata/uscita che la permanenza in tale ambiente. Tale progetto dovrà tenere presente anche le misure e i comportamenti da adottare in caso di emergenza.
1. Idoneità, formazione del personale e supervisione dei lavori
Le persone devono essere adeguatamente formate, preparate ed istruite sull’attività da svolgere e sull’eventuali manovre di soccorso da compiere; è necessario inoltre tenere conto dell’idoneità fisica dei lavoratori stessi. I lavori devono essere quindi supervisionati da personale qualificato, in modo da garantire l’effettiva adozione delle misure precauzionali stabilite.
2. Verifica preliminare della struttura e dell’accesso
È necessario verificare in primis che l’accesso sia abbastanza ampio da garantire ai lavoratori di entrare ed uscire facilmente dall’area interessata e di permettere un accesso ed un’uscita rapida in caso di emergenza: entrare infatti può essere facile, ma soccorre e trasportare poi il peso “morto” di un lavoratore privo di conoscenza può costare la vita sia dell’infortunato, sia di chi interviene, se l’accessi a tale ambienti non sono adeguati. Oltre a questo è necessaria una profonda conoscenza della struttura dell’ambiente confinato.
3. Verifica preliminare della ventilazione, qualità dell’aria
Devono essere preventivamente misurate/rilevati tramiti appositi strumenti percentuale di ossigeno ed eventuali concentrazioni di gas inquinanti. In alcuni casi è possibile aumentare il numero delle aperture presenti nell'ambiente di lavoro così da migliorare l’aerazione od utilizzare un sistema di ventilazione forzata (es. elettroventilatore che assicuri costantemente ricambi d’aria) per assicurare un adeguato apporto di aria pulita.
4. Isolamento
L’isolamento meccanico ed elettrico dei dispositivi è essenziale nel caso in cui questi siano presenti attrezzature che possono essere azionati inavvertitamente.
5. Illuminazione e segnaletica di emergenza e presidi antincendio
E’ necessario che in caso di emergenza il lavoratore sia in grado di percorre velocemente il percorso di esodo; per far questo è necessario che sia installata all’interno la corretta illuminazione e segnaletica. Negli ambienti in cui l'atmosfera è potenzialmente infiammabile o esplosiva, è fondamentale usare dispositivi che non emettano scintille e sistemi d'illuminazione schermati. In alcuni tipi di spazi confinati (ad es. all'interno di cisterne in metallo), le misure di sicurezza per prevenire lo shock elettrico comprendono l'uso di dispositivi a bassissimo voltaggio (generalmente inferiore a 25 V) e, se necessario, l'impiego di dispositivi a corrente residua.
6. Uso di dispositivi di protezione individuale
A seconda della tipologia di ambiente confinato è necessario che gli addetti utilizzino specifici dispositivi di protezione individuale – DPI (guanti, maschera, tuta). L'uso di respiratori si rende necessario nel caso in cui l'aria non possa essere resa respirabile a causa della presenza di gas, fumi o vapori, o a causa dell'assenza di ossigeno.Nel caso di utilizzo di imbracature i cavi di recupero che le supportano devono essere liberi di riavvolgersi all'esterno dello spazio confinato.
7. Sistema di comunicazione con l’esterno, procedure di emergenza
In caso di incidente, gli addetti ai lavori potrebbero essere esposti ad un serio ed immediato pericolo. Risulta quindi di fondamentale importanza stabilire misure efficaci per la segnalazione dell'emergenza e per lo svolgimento delle operazioni di soccorso. Le misure da adottare dipenderanno dalla natura dello spazio confinato, dal tipo di rischio individuato e quindi dalla possibile natura del soccorso da prestare. È necessario in primis stabilire un adeguato sistema di comunicazione in modo da permettere ai lavoratori impegnati all'interno dell'ambiente confinato di tenersi in contatto con quelli all'esterno, e di lanciare l'allarme in caso di pericolo. È necessario che i soccorritori siano adeguatamente preparati, sempre pronti e capaci di usare qualsiasi dispositivo di soccorso, come ad esempio respiratori, funi di salvataggio e attrezzature per l'estinzione di incendi. Inoltre anche i lavoratori stessi devono essere formati all’emergenza e all’antincendio.
DA CHI SONO TENUTI I CORSI PER LA SICUREZZA IN AMBIENTI CONFINATI?
Le lezioni dei corsi per la sicurezza in spazi confinati sono tenute da docenti esperti in sicurezza, con pluriennale esperienza e in possesso delle qualifiche previste dall'Accordo Stato Regioni del 21/12/11, rep. atti n. 221/CSR, e dal D.l. 6/3/13.
DOVE SI SVOLGONO I CORSI PER LA SICUREZZA IN AMBIENTI CONFINATI?
Coid organizza corsi per la sicurezza in spazi confinati presso le proprie sedi di Gravina in Puglia, Altamura e Bari. Inoltre, su richiesta, anche presso le aziende committenti.